
Essendo un giocatore di poker e curando molti siti di Texas Hold’em online, prima di scrivere questo articolo mi sono trovato di fronte a un curioso dilemma interlinguistico: come chiamare i gettoni colorati che i giocatori usano per fare le puntate. Una prima ipotesi era chiamarli fiche, parola presente nei dizionari italiani, ma derivante dal francese.
E come tutte le parole di origine straniera, in italiano diventa invariabile, cioè una fiche, 2 fiche (non fiches). Al singolare non c’è problema, al plurale qualcuno può cominciare a sorridere sotto i baffi. Fatto sta che in un mio precedente lavoro avevo incautamente scelto questa opzione e … ne sono derivati involontari esiti porno-comici (ve li risparmio ma potete immaginarvi il tenore quando si descrivevano i giocatori che maneggiavano questi gettoni. Andres Voicu ha postato in Internet le frasi più simil-scabrose e ha fatto ridere molti (io stesso avevo le lacrime agli occhi), suggerendomi per il futuro una sorta di “convenzione di decenza”, una licenza che al plurale mi consentisse di usare fiches.
Buona idea, ma usarla ora, dopo aver dilagato col singolare, mi sembrerebbe un po’ ipocrita. Dunque? Bhe, in inglese i gettoni che noi chiamiamo fiche, loro li chiamano chips, e nel gergo pokeristico è proprio questo il termine che oggi prevale (ma che strano, un termine in inglese che ha la meglio!), mentre fiche tende a essere usato nel caso più generico dei giochi di casinò.
Poi c’è anche un altro vantaggio: chip non è ancora una parola registrata nei dizionari italiani nel senso di “gettone da Poker”, e dunque non mi sento linguisticamente legato alla regola dell’invariabilità.
Insomma ho deciso, userò chip al singolare e chips al plurare. Che liberazione!